Il diritto d'autore
Un film, un libro, una canzone, un testo teatrale, un documentario,
un disegno, una scultura sono protette dal copyright o diritto
d’autore. L’elenco delle opere dell’ingegno si è
allungato nel tempo: negli anni passati si sono aggiunti
all’elenco i software e i data base. Quest’elenco potrà
via via ampliarsi in futuro, se nasceranno nuove tipologie di opere
dell’ingegno aventi i requisiti necessari per ricevere
protezione.
Quando un’opera è protetta del diritto
d’autore?
Uno degli errori in cui più frequentemente si cade è pensare che
un’opera, per poter essere protetta dal diritto
d’autore, debba essere un’opera d’arte. Nulla di
più sbagliato: il diritto d’autore non tutela necessariamente
ciò che è “artistico” o bello. Il livello creativo
richiesto per poter accedere alla disciplina del diritto
d’autore può essere minimo: la casistica dei tribunali lo
dimostra. In passato, si è riconosciuto il copyright su jingle
della pubblicità composti da due o tre note. Una foto che non
presenta alcuna ricerca di luce, colore ed inquadratura ha comunque
una sua tutela di copyright.
Ciò che conta è che quello che si è realizzato esprima lo sforzo
creativo del suo autore, rifletta l’impronta personale del
suo autore.
Anche la bozza di una sceneggiatura, la traccia scritta del
soggetto di un film, lo schema di un quiz televisivo (entro dati
limiti) possono essere tutelati dal diritto d’autore. In
poche parole appena si dà forma concreta ad un’idea, quando
si passa da un’idea ad un qualcosa di tangibile (uno scritto,
una rappresentazione pubblica, una pubblicazione) nasce il diritto
d’autore.
Naturalmente, più l’opera dell’ingegno è in fase di
bozza, di progetto, più è preferibile che sia dettagliata o sia
originale. In questo modo sarà più facile dimostrare di avere dei
diritti di copyright su quel progetto nel caso in futuro venisse
copiata o interferisse con un’opera realizzata da qualcun
altro.
Ad esempio, se un soggetto di un film si limita a descrive
genericamente la storia d’amore fra un uomo e una donna, che
si incontrano nell’Europa degli anni ‘30, si separano
durante la seconda guerra mondiale e di nuovo si ritrovano nel
primo dopoguerra, risulterà difficile rivendicare un copyright su
questo soggetto, a meno che non si caratterizzino i personaggi, non
si inseriscano degli episodi originali, non si elabori la struttura
della narrazione, etc. già nella fase del progetto.
Quali e quanti sono i diritti d’autore?
I diritti d’autore si distinguono innanzitutto fra diritti
morali d’autore e diritti patrimoniali d’autore. I
primi riguardano la regolamentazione dei diritti più personali e
legati alla sfera intima dell’autore, i secondi servono a
gestire economicamente le cosiddette esclusive dell’autore
sulla propria opera.
Il numero dei diritti patrimoniali d’autore è senza limiti:
dipende da quante sono le modalità ed i mezzi di sfruttamento
economico di un’opera. Ad esempio, i diritti patrimoniale
d’autore su un film spaziano dai diritti di radiodiffusione
televisiva, a quelli di proiezione nelle sale, ai diritti di
noleggio, ai diritti di ritrasmissione via satellite, al diritto di
rielaborazione per l’adattamento teatrale, ai diritti pay-tv
e così via.
Un’altra importante distinzione è quella fra i diritti
d’autore e i diritti connessi d’autore: i primi
tutelano l’autore per quello che ha creato, quelli cui si fa
riferimento quando si parla di copyright. I secondi servono a
premiare un’attività che non è di tipo strettamente creativo,
ma che merita comunque una tutela, che sarà di durata minore
rispetto a quella prevista per i diritti d’autore o che si
configurerà in certi casi in un mero diritto a compenso per chi è
titolare di questi diritti.
Quando scadono i diritti d’autore?
I diritti d’autore scadono settant’anni dopo la morte
dell’autore. Nel caso delle opere collettive, i diritti
scadono settant’anni dopo la prima pubblicazione
dell’opera. Nel caso delle opere in comunione, i diritti
scadono settant’anni dopo la morte dell’ultimo dei
coautori.
Una volta scaduti i diritti d’autore, vengono meno i diritti
esclusivi in capo all’autore o a chi ha acquistato i diritti
patrimoniali d’autore sull’opera. Si dice che
l’opera cade in pubblico dominio.
Ci sono dei casi in cui si può utilizzare liberamente
un’opera altrui?
La legge stabilisce delle eccezioni e dei limiti alle esclusive
dell’autore. Anche se esistono i diritti d’autore su
un’opera la legge stabilisce che sia possibile sfruttare
un’opera altrui liberamente o pagando un compenso quando si
verificano determinate condizioni. Si parlerà in questo caso di
utilizzazioni libere.
Il caso più importante in cui è possibile utilizzare liberamente
un’opera altrui è dato dalla caduta in pubblico dominio
dell’opera. Occorre tuttavia essere molto attenti
nell’effettuare questo tipo di operazione: restano comunque
in vita i diritti morali d’autore sull’opera, che
possono sempre essere fatti valere dagli eredi. Inoltre, non
bisogna dimenticare di verificare l’esistenza di diritti
connessi che possono comunque sussistere nonostante i diritti
d’autore su un’opera siano scaduti.
Ad esempio, se si vuole utilizzare un brano di Mozart come base
musicale per un video, occorre ricordare che, anche se sono scaduti
i diritti d’autore sul pezzo musicale di Mozart, vi saranno
comunque i diritti connessi che dovranno essere contrattati con il
produttore fonografico, con gli artisti che hanno contribuito a
realizzare quella specifica incisione che si intende
riprodurre.
Fra le utilizzazioni libere vi è poi la citazione, come pure il
riassunto o la riproduzione di parti di opera altrui: sono
liberamente ammesse se compiute per fini di critica, di discussione
o di insegnamento e se vengono riportati il titolo dell’opera
citata, il suo autore (se indicato nell’opera di partenza) e
l’editore.
Così pure un articolo di attualità (quando la riproduzione non è
riservata espressamente in calce all’articolo) è liberamente
riproducibile in altre riviste o giornali (anche radiofonici).
Anche in questo caso occorre indicare la rivista ed il giornale da
cui l’articolo è tratto, la data ed il numero di edizione e
il nome dell’autore, se riportato in origine.
La fotocopia di un libro fatta per uso personale e nei limiti del
15 % del volume è ammessa, dietro pagamento di appositi compensi.
Lo stesso vale per i libri presenti nelle biblioteche.